martedì 31 dicembre 2013

Farewell, 2013!

Bene, ciao, 2013.

Non ho voglia di fare bilanci, quindi dico solo che sei stato un anno sorprendente sotto tanti punti di vista...

Buon anno nuovo a tutti!


mercoledì 25 dicembre 2013

Buon Natale!

...e che la nascita di Gesù porti davvero luce, gioia, serenità e voglia di dare il meglio per ognuno di noi!

Tanti auguri!


venerdì 6 dicembre 2013

Goodbye, Madiba.

In questi momenti Facebook e Twitter si stanno riempiendo di foto, citazioni, ricordi e celebrazioni di Mandela. E' giusto che sia così, è doveroso che sia così.

Stamattina, quando ho scoperto della sua morte, ho provato l'impellente bisogno di scrivere questo post. Perché Mandela è stato un personaggio immenso, enorme, e per quanto mi riguarda un modello di buona politica, di coraggio, di abnegazione, di voglia di vivere, di giustizia, di fede.

Il mio "incontro" con Mandela è avvenuto circa 3 anni fa, quando a scuola ho cominciato a proporre alle classi il film "Il Colore della Libertà" (Goodbye Bafana in inglese); sia pure con qualche errore storico e qualche libertà narrativa di troppo, è un film che riesce a mostrare buona parte degli ideali che hanno consentito a Mandela di superare 27 anni di carcere, e allo stesso tempo mostra quanto fosse violento, assurdo, illogico il regime dell'Apartheid.

Spinto dalla curiosità, un paio d'anni fa mi sono letto l'autobiografia di Mandela, "Lungo cammino verso la libertà". Intenso, profondo, difficile, è un libro straordinario. Un libro che peraltro mostra come Mandela non fosse un eroe, ma un uomo pieno di dubbi, in costante ricerca, pronto - questo sì - a fare tesoro dei suoi errori per migliorare sempre più. Un uomo che aborriva la violenza, ma che fu costretto a farne uso, con grande dolore, quando non c'era più nessun altro modo per farsi sentire. Un uomo più volte interiormente ferito dagli stessi dissidi interni tra i partiti politici dei sudafricani neri, un uomo che si è portato dietro il rimpianto di non aver dedicato abbastanza tempo alla sua famiglia, ai suoi figli, ai suoi cari. Un uomo che ha sacrificato la sua vita a un ideale di pace, di giustizia, di uguaglianza, senza per questo ergersi su un piedistallo, ma anzi, facendo del dialogo e dell'umiltà la sua arma vincente. Un uomo - e no, non è secondario - profondamente credente, che studiava la Bibbia, che raccomandava la lettura dei testi sacri, che si affidava a Dio.

Questo e molto altro era Mandela.

Ho scoperto con un sorriso, qualche anno fa, che è nato il mio stesso giorno, il 18 luglio. Ho anche scoperto, sempre con un sorriso, che è stato uno dei punti di riferimento di un altro personaggio che stimo molto, che è Bill Cosby (quello dei Robinson, per capirci), che - oltre ad aver dato il nome di Nelson e Winny a due dei personaggi della serie tv - il 18 luglio 2013 ha pubblicato su twitter questa fotografia, che mi ha al contempo commosso e rallegrato:


Stanotte Mandela è partito per un altro luogo, in cui Dio - ne sono certo - lo sta già illuminando e stringendo nel suo abbraccio di Padre d'Amore.

Goodbye, Madiba, e grazie di tutto. Hai reso questo mondo un po' più bello, un po' più giusto, un po' più umano. Grazie!


Nelson Rolihlahla Mandela
(Mvezo, 18 luglio 1918 – Johannesburg, 5 dicembre 2013)

giovedì 28 novembre 2013

Vent'anni di inettitudine

Bene, è decaduto.

Adesso possiamo tornare a fare politica con la P maiuscola, e occuparci di risolvere i problemi dell'Italia?

Grazie.

lunedì 25 novembre 2013

"Verrò ricordato come il Mandela italiano".

Raramente, su questo blog, si sono viste prese di posizione così nette. O parole così dure. Ma stavolta - per quanto mi riguarda - si è davvero passato il segno.

Mi rivolgo direttamente a lei, sig. Silvio Berlusconi, per quanto sappia con certezza che non leggerà mai questo post. Mi rivolgo a lei per dirle così, semplicemente, senza mezzi termini o giri di parole: BASTA! 
Stia zitto, per favore. Non parli più, non rilasci più dichiarazioni, cerchi di "soffrire" in silenzio senza vomitarci addosso certe idiozie galattiche che non fanno altro che mostrare - ancora una volta - che il suo egocentrismo viene superato soltanto dalla sua ignoranza.

Sì, ignoranza, perchè non c'è altro modo di spiegare la sua frase riportata sulla Stampa. "Verrò ricordato come il Mandela italiano"? Ma parla sul serio, signor Berlusconi? Ma ha mai letto mezza riga della biografia di Mandela? L'ha mai fatto? Mi spiega, per favore, in che cosa lei sarebbe simile a Mandela? Me lo spiega, per favore?

Mandela è uno dei personaggi che più ammiro e stimo. Un modello di umanità e di buona politica, un esempio di onestà, coraggio, forza morale, attaccamento ai valori più veri dell'esistenza. Un simbolo di lotta contro ogni ingiustizia, ogni disuguaglianza, ogni prevaricazione. Un uomo di cui spesso parlo ai miei studenti, quale vero esempio di vita vissuta fino in fondo, superando difficoltà inimmaginabili. Un uomo che ha passato VENTISETTE anni della sua vita in carcere, con l'accusa di fomentare violenza, quando invece tutta la sua vita è stato un grande, glorioso inno ai diritti umani e all'uguaglianza sociale, contrro ogni razzismo e ogni egoismo.

E lei vorrebbe infangare quest'uomo paragonandosi a lui? Mi faccia un favore, da oggi in poi, taccia. Stia zitto. Non dica più una sola parola. Accetti in silenzio la condanna che le verrà inflitta, e stia zitto. Non una parola, non una sola, se non delle scuse (che sfortunatamente non arriveranno mai, ne sono certo).

Stia zitto, per favore. Stia zitto.

giovedì 21 novembre 2013

Il Ministero della Speranza ha detto che si può sperare (cit.)

Il titolo l'ho preso da una canzone di De Gregori, per inciso.

Questo post mi sta uscendo un po' di getto, da scuola in ora buca, prima di entrare in una classe. 

Ieri ho condiviso su Facebook un articolo apparso su La Stampa, che mostrava un lato bello dell'Italia, un lato che vorremmo vedere sempre. Mostrava la grande solidarietà umana dopo il disastro successo in Sardegna.

Mentre lo condividevo, pensavo che il 90% dei post "seri e impegnati" sui social network sono post di denuncia sociale. Di quanto le cose vanno male, di episodi negativi, di ingiustizie. 

Per carità, è giusto, doveroso, sacrosanto denunciare i soprusi, eh... però. Però c'è un però.

Non è che stiamo facendo un po' prendere la mano? Non è che ultimamente stiamo contribuendo a dipingere un mondo più nero di quello che è in realtà? Non perchè le ingiustizie non ci siano, eh, ci sono e vanno denunciate... però non ci sono solo quelle! E' un circolo vizioso, a volte... se non si mostrano anche le cose belle, virtuose, positive, è difficile avere poi la forza spirituale e morale di combattere quelle brutte.

Insomma, l'ho già detto in un vecchio post, la bellezza salverà il mondo. E anche la speranza, aggiungo. E siccome le cose belle, virtuose, solidali e gioiose CI SONO, forse sarebbe il caso di dare loro un po' di risalto...

Ciao! :-)

giovedì 14 novembre 2013

...non parlare di Corda in casa del Pregiudizio

Sono più di ventiquattr'ore che sento il bisogno di scrivere questo post, senza trovare il tempo, i modi e l'ispirazione per scriverlo. Ci provo ora.

Confesso che l'altra sera, sentendo al TG il "riassunto" dell'intervento della deputata M5S Emanuela Corda sul kamikaze di Nassiriya, la mia prima reazione è stata fin troppo simile a quella di alcuni parlamentari. La mia prima frase è infatti suonata come "questa si è rincoglionita".

Per fortuna - e non ringrazierò mai abbastanza per questo - sono sposato con una santa donna, spesso decisamente più acuta e sensibile di me. La quale mi ha fatto notare che stiamo pur sempre parlando di una vita umana. Oltretutto, di un kamikaze, che certamente non ha avuto grandi possibilità di avere una visione del mondo diversa da quella che gli era stata inculcata.

E allora mi sono fermato. Mi sono zittito. E ci rifletto sopra da ore, mente intorno a me volano commenti di tutti i tipi, tra sdegno, vergogna, urla e strepiti.

Mi domando: possibile che questi dannati pregiudizi - che cerco di evitare da sempre, evidentemente con scarsi risultati - mi abbiano chiuso gli occhi a tal punto? Possibile che io abbia bollato come "spazzatura" l'intervento in questione solo perchè veniva dal M5S, verso cui - confesso - non provo molta simpatia? E se le stesse parole fossero venute, che so, da un personaggio che stimo? Magari da un personaggio come p. Alex Zanotelli, per esempio? Che cosa avrei detto?

Sono andato a rileggermi il testo integrale dell'intervento della Corda, e non ci ho trovato l'esaltazione del kamikaze. Non ci ho trovato l'offesa nei confronti dei militari italiani morti nell'attentato. Non ci ho trovato la giustificazione del gesto, che rimane orrendo e ingiustificabile. Ci ho trovato un errore, d'accordo, perchè il kamikaze non era marocchino, come invece è stato detto. Ma soprattutto ci ho trovato la pietà umana, la pietà - mi verrebbe da dire, rischiando l'ira di qualcuno - evangelica.

Io non so se fosse il luogo e il momento giusto per ricordare anche quel ragazzo che si è fatto esplodere, causando tanto male e tanto dolore. Ma so per certo che definirlo vittima non è nè esagerato nè sbagliato. Di questo ne sono sicuro.

E so anche - purtroppo - che talvolta i pregiudizi offuscano, nonostante uno passi la vita a cercare di non farsi fregare da essi.

E allora lasciatemela ringraziare nuovamente, la donna che ho accanto e che mi ha aperto gli occhi, ancora una volta. Grazie, Chiara, di tutto.

Buona giornata a tutti!

venerdì 25 ottobre 2013

Un mese e mezzo di Galfer...

...forse è tempo di dire qualcosa in proposito.

Ero perplesso, all'inizio di questa esperienza, forse anche un po' intimorito. Dopo quattro anni di scuola media (pardon, secondaria di primo grado), l'idea di confrontarmi con i ragazzi di un liceo era sì affascinante e stimolante, ma mi creava anche qualche piccola paura.

Dopo un mese e mezzo passato a confrontarmi con le classi, a proporre discussioni, ragionamenti, approfondimenti, lavori di riflessione attraverso le canzoni su tematiche anche piuttosto problematiche, beh... devo dire che sono decisamente soddisfatto ed entusiasta di questa esperienza.

E' un bel liceo, con ragazzi e ragazze intelligenti, vivaci, educati, di livello culturale decisamente elevato (non montatevi la testa, eh). :-D

Bene, vedremo cosa porterà il futuro. Buon weekend a tutti!

venerdì 11 ottobre 2013

Ma sì, perché no... parliamo d'immigrazione.

Questo post l'ho scritto qualche settimana fa, ben prima dei tragici fatti di Lampedusa. Non l'avevo più pubblicato, un po' perchè mi sembrava incompleto, un po' perchè me l'ero dimenticato. Lo faccio ora, dato che dopo l'orrore lampedusano assume un significato ancora più forte.

Parliamo d'immigrazione, e cerchiamo di farlo in modo organico. 

Punto numero uno: non si può prescindere dal fatto che siamo custodi e ospiti di questo pianeta. Non padroni. E non esiste il "mio" paese, esiste il paese in cui - senza meriti o colpe - sono nato. Per cui la sorte di un qualsiasi essere umano non può non interessarmi, deve interessarmi. Che sia senegalese, pakistano, statunitense o italiano. 

Punto numero due: "Chi viene in Italia deve seguire le leggi italiane". Giusto, giustissimo (se le leggi non sono inique, ma questo è un altro discorso). "Chi viene in Italia deve seguire le tradizioni italiane". Cazzata apocalittica. Rispettarle, ok. Seguirle? Ma perché mai? Fatemi capire, io vesto in jeans e maglietta, vado in un paese in cui per tradizione si vestono con la tunica, e devo obbligatoriamente vestirmi con un tunica anch'io? Ma per favore. Se mi va, lo faccio, altrimenti no. E se con il mio comportamento creo una tradizione diversa, c'è solo da guadagnarci. Stessa, identica cosa per gli immigrati che giungono qui. Ma perché dovrebbero adeguarsi e appiattirsi sulla cultura e sulle tradizioni italiane? Se vogliono, ok, se non vogliono, meglio ancora. Che portino un po' delle loro tradizioni qui! :-) 

Punto numero tre: "Prima gli italiani!". Ah sì? E in base a quale merito? Se un senegalese viene qui e si dimostra migliore degli italiani in una determinata mansione, per quale assurdo motivo dovrebbe starci un italiano al suo posto? Ho avuto alunni (e alunne) africani, romeni, albanesi, di gran lunga più studiosi (ed educati) di molti alunni italiani. E quindi? Li penalizziamo perché "prima gli italiani"? Che merito abbiamo per essere nati qui? L'abbiamo forse scelto noi?

Discussione aperta... buona giornata a tutti!

mercoledì 19 giugno 2013

...si parte!

E' tardi, è passata l'una di notte. 

Non ho voglia di dormire, sono reduce da una cena con i miei colleghi di Botticino, scuola in cui lascio un pezzo di cuore (lavorativamente parlando). Sono pronto al salto, pronto a lasciare la mia città, la mia regione, quella Brescia e quella Lombardia di cui non sono mai stato - purtroppo - particolarmente fiero. "Lombardia, com'è facile volerti male" cantavano i Mercanti di Liquore. Difficile dar loro torto.

Eppure sono lombardi alcuni dei ragazzi e delle ragazze che ho avuto l'onore di avere come alunni e alunne, sono lombardi alcuni colleghi e colleghe che mi hanno insegnato tanto e che hanno contribuito a farmi amare il mio lavoro.

E allora grazie, Lombardia, nonostante la tua frenesia, nonostante il tuo razzismo, nonostante il tuo pensiero rivolto quasi unicamente al lavoro, al profitto, al guadagno. Grazie perchè nonostante tutto anche in te si trovano cose meravigliose, storie di vita vera, episodi di puro amore, di solidarietà, di altruismo.

Grazie a tutti i miei alunni e a tutte le mie alunne. Tutti e tutte, nessuno escluso. Però, se mi consentite, una dedica particolare la voglio fare. Grazie soprattutto a Martina, perchè è stata lei a farmi capire che il mio lavoro è qualcosa di più di un semplice lavoro. Una delle mie prime alunne, conosciuta ormai quattro anni fa, che mi ha aperto un mondo sulle problematiche e sulle ricchezze della sua generazione, forse incosapevolmente. Grazie davvero, Martina... se sono convinto del mio lavoro, e se cerco di migliorarmi anno dopo anno, è anche merito tuo.

E soprattutto, a costo di essere melenso, grazie a mia moglie Chiara, senza cui non sarei in grado di fare nulla. Mi hai sopportato, sostenuto, in ogni momento, in ogni occasione. Grazie davvero. Vengo a raggiungerti, vengo da te.

E allora... Mondovì, arrivo. Sono certo che ci regalerai momenti meravigliosi. Credo che se Dio ci ha dato tutto questo, un motivo ci sarà. La mia missione, la nostra missione, continua in terra piemontese.

God bless you all, tutte le persone che sono entrate, più o meno volontariamente, nella mia e nella nostra vita.

Ciao!

mercoledì 24 aprile 2013

Ciao, Veronica.

...a volte le parole non escono, non ci sono, non servono.

...senza un senso, senza un motivo, senza un perchè. C'è un vuoto terribile, in quella classe.

Che Dio ti accolga tra le sue braccia d'Amore, e vegli sulla tua famiglia, sui tuoi amici, su noi insegnanti.

Ciao, Veronica.

martedì 26 febbraio 2013

Per una volta, stupiteci.

Ok, le elezioni sono andate come sono andate. Mentre scrivo sta andando avanti lo spoglio dei voti delle regionali in Lazio, Lombardia e Molise, ma comunque vada non è che la situazione generale cambi molto.

E' andata com'è andata, e va bene così, perchè questo hanno voluto gli Italiani.

Adesso, però, cari politici, per una volta, una sola volta nella vostra vita, stupiteci. Stupiteci davvero.

Sono mesi che parlate di "responsabilità" di "necessità urgente di riforme", di "emergenza lavoro", e cose del genere.

Ora siete lì, senza che esista una maggioranza, ma siete lì. Se davvero volete il bene dell'Italia, una soluzione la potete trovare. Se davvero volete il bene dell'Italia, metterete da parte i vostri interessi partitici/ideologici/economici/personali per trovare degli accordi per poter fare le riforme di cui l'Italia ha bisogno.

Se Grillo e il suo movimento hanno davvero a cuore il bene dell'Italia, dialogheranno con gli altri e troveranno punti di accordo. Se Berlusconi e i suoi alleati hanno davvero a cuore il bene dell'Italia, smetteranno di demonizzare tutti gli altri e troveranno dei punti di accordo. Se Bersani e tutto il PD hanno davvero a cuore il bene dell'Italia, avanzeranno proposte che possano trovare dei punti di convergenza con gli altri, per poter aiutare questa nostra Italia a progredire, a cambiare, a diventare più seria, più solida, più solidale, più giusta.

Questo può succedere, se davvero hanno a cuore il bene dell'Italia.

Se invece, purtroppo, ognuno guarderà il proprio giardinetto senza un briciolo di disponibilità e responsabilità, ci aspettano tempi duri. Ci aspettano mesi di instabilità, di incertezza, di disastro, di riforme mancate, di solchi tra ricchi e poveri che si faranno sempre più ampi, di uno sfascio da cui sarà difficile risalire.

Quindi vi prego, tutti quanti, una volta nella vita, stupiteci. Per favore.

venerdì 8 febbraio 2013

Buonanotte...

Lo so, è tardi, devo andare a dormire. So anche che domattina me ne pentirò. Ma ci sono serate troppo magiche, troppo belle per non scrivere, per non dare spazio ai pensieri che chiedono di uscire. Senza spingere, senza urlare. Semplicemente, piano piano, escono, disordinati ma leggeri, senza infastidire, come nuvolette.

Ci sono serate in cui tutto si ferma, in cui l'autoradio che ti accompagna a casa ti culla con un brano chitarra e voce, ed è esattamente quello che ti serve.

Ci sono serate in cui magari ti dimentichi di essere in Italia, di essere in piena crisi, in piena campagna elettorale, perchè alla fine non ti interessa. 

Non ti interessa perchè hai appena passato una serata bella, giocando con gli amici, immedesimandoti in un mondo fatto di maghi, guerrieri, gnomi, e - perchè no - anche mostri, brutti sporchi e cattivi, ma mai quanto quelli che incontriamo nella vita di tutti i giorni. 

Non ti interessa perchè pensi che fra poco più di un giorno ti aspetta un'intera settimana finalmente insieme alla persona più importante della tua vita... perchè siamo in un mondo che richiede sacrifici, e noi siamo pronti anche a quelli. 

Non ti interessa perchè in serate così tutto è più bello, e forse tutto è più vero. Il mondo è bello, la vita è bella, e chi ti vuol convincere del contrario è solo invidioso.

Buonanotte, Mondo. Buonanotte, Italia. Buonanotte, Dio.

martedì 5 febbraio 2013

Questione di stile.

"E' questione di stile", cantano gli Area765. "E' questione di stile su come perdere tempo quando c'è tutto da fare". 

Questione di stile, già. Questione di politica. Questione di una campagna elettorale in cui la politica - come al solito - sta dando il peggio di se stessa.

Ma questione anche di impegno civile. Di voglia di cambiare, di voglia di impegnarsi in prima persona.

Sarà che a scuola sto facendo vedere un film su Mandela, sarà che ne faccio vedere altri su don Pino Puglisi, su Impastato, sarà che parlo di Falcone e Borsellino, sarà che mostro esempi di persone del passato, prossimo o remoto, o in alcuni casi anche del presente, persone che per portare avanti ideali di giustizia, di tolleranza, di civiltà, di legalità, di solidarietà, sono arrivate a mettere anche la loro stessa vita in secondo piano.

Sarà che queste persone non sono nate con l'etichetta "eroe" appiccicata addosso. Sarà che erano, e sono, persone fatte di luci ed ombre, di virtù e di vizi, di santità e peccato. Persone non diverse da noi. Non supereroi, ma persone che hanno messo - posso dirlo? - l'Amore al primo posto. Amore inteso nelle sue mille espressioni, già dette prima, dalla giustizia alla solidarietà.

Saranno tutte queste cose. Sarà la voglia di fare qualcosa di più, di librarsi un po' più in alto di quello che ci fanno vedere, di quello che ci fanno credere alla tv, della mediocrità imperante.

Sarà anche che - nonostante tutto - un po' di fiducia nel popolo Italiano m'è rimasta.

Sarà tutto questo, ma ho voglia di andare a votare. Nonostante tutto, ripeto. Ho voglia, ho voglia di fare qualcosa per quest'Italia, tanto bella e tanto maltrattata dagli stessi Italiani. 

Sarà che nel mio piccolo voglio dare il mio minuscolo contributo per cercare di aiutare i ragazzi che mi sono affidati a ragionare con la loro testa, ad andare oltre gli stereotipi, a cercare un Bene più prezioso del proprio inviolabile giardinetto privato (che peraltro, poi, viene comunque violato, è una legge implacabile: più ti chiudi, più sei fragile).

Sarà tutto questo, andrò a votare e poi si vedrà. 

Posso solo fare un appello al futuro governo, di qualunque parte sia?
D'accordo il lavoro, è giusto, è fondamentale. Però provate a darci anche un po' di poesia. Un po' di speranza. Un po' di sogni (ma non i sogni elettorali propagandistici, eh, non "restituirò l'IMU"). Un po' di capacità di vedere la bellezza,  nel volto delle altre persone, senza divisioni. Senza nord e sud, senza che i figli degli immigrati, che parlano italiano e frequentano le scuole italiane, debbano comunque sentirsi degli stranieri. Vi prego, dateci un po' di bellezza. Per favore. Anche attraverso la bellezza passa la salvezza del nostro Paese.