giovedì 22 ottobre 2015

Lettera aperta a Michele Serra in risposta all'Amaca del 21/10/2015

Egr. dott. Serra, 

buongiorno. Sono un insegnante di religione cattolica, ho 35 anni e svolgo questa professione da sette. Sovente sono d'accordo con i suoi articoli su Repubblica. Ho sempre ammirato molto il suo stile arguto e ironico e la sua capacità di essere incisivo e leggero allo stesso tempo. Poi oggi mi sono imbattutto nella sua "amaca" del 21 ottobre, contro l'insegnamento della religione cattolica. E allora le scrivo questa lettera aperta, perché trovo opportuno fare qualche precisazione.
Nella scuola in cui insegno il numero degli avvalentesi oscilla tra il 50% e il 100%, attestandosi su una media del 75-80%. E non insegno in una scuola sperduta sulle montagne, ma nel pieno centro di una delle più grosse città del Nord Italia. Non ho il minimo interesse a far "aumentare" (o anche solo a sottolineare) il prestigio culturale e sociale della Chiesa Cattolica. L'unico interesse che ho è il bene dei ragazzi e delle ragazze di cui ho l'onore di essere professore.
Lo chieda a loro, dott. Serra, se quest'ora è controproducente per la loro vita. Lo chieda a loro se è mal sopportata. Lo chieda a loro. In sette anni di insegnamento ho avuto alunni musulmani, indù, agnostici e atei dichiarati. Con ognuno si è sviluppato un confronto (a volte anche serrato), ma MAI, in nessun momento, c'è stata prevaricazione o imposizione di idee. Mentre sempre, in tutte le classi che ho avuto la fortuna di incontrare, ho riscontrato una grande "sete" e una grande "curiosità" nei confronti delle religioni (in generale) e del Cristianesimo (in particolare). Curiosità spesso espressa in termini critici, ma che esigeva da parte mia confronto, dialogo, riflessioni e (quando possibile) risposte. Lo chieda ai ragazzi, se quell'ora era inutile e controproducente. Lo chieda a quei ragazzi che per un'ora a settimana potevano esprimersi liberamente, senza l'ansia del voto, e soprattutto sapendo che non sarebbero stati giudicati, qualunque cosa avessero chiesto o qualunque provocazione avessero lanciato. Lo chieda ai colleghi di altre materie, che con alcuni miei colleghi di religione (certamente molto più esperti e preparati di me) sono riusciti a preparare dei percorsi interdisciplinari meravigliosi, che hanno aiutato i ragazzi a capire meglio anche le altre materie.
Se la sua è una provocazione per migliorare l'ora di religione, caro dott. Serra, ne sono più che felice: sediamoci ad un tavolo e discutiamone, magari davanti ad una pizza ed una birra, che come è noto aiutano notevolmente il dialogo ed il confronto. Se invece è solo un modo per "eliminare" quest'ora, basandosi sul fatto che è "controproducente" e "mal sopportata", beh, allora mi lasci dire che lei non conosce la realtà, e soprattutto non è il bene degli studenti al centro della sua proposta. Perché quello è sempre al centro di tutto, per tutti gli insegnanti. Anche per quelli di religione cattolica.

Buona giornata e buona vita

prof. Marco Bugatti