venerdì 25 ottobre 2013

Un mese e mezzo di Galfer...

...forse è tempo di dire qualcosa in proposito.

Ero perplesso, all'inizio di questa esperienza, forse anche un po' intimorito. Dopo quattro anni di scuola media (pardon, secondaria di primo grado), l'idea di confrontarmi con i ragazzi di un liceo era sì affascinante e stimolante, ma mi creava anche qualche piccola paura.

Dopo un mese e mezzo passato a confrontarmi con le classi, a proporre discussioni, ragionamenti, approfondimenti, lavori di riflessione attraverso le canzoni su tematiche anche piuttosto problematiche, beh... devo dire che sono decisamente soddisfatto ed entusiasta di questa esperienza.

E' un bel liceo, con ragazzi e ragazze intelligenti, vivaci, educati, di livello culturale decisamente elevato (non montatevi la testa, eh). :-D

Bene, vedremo cosa porterà il futuro. Buon weekend a tutti!

venerdì 11 ottobre 2013

Ma sì, perché no... parliamo d'immigrazione.

Questo post l'ho scritto qualche settimana fa, ben prima dei tragici fatti di Lampedusa. Non l'avevo più pubblicato, un po' perchè mi sembrava incompleto, un po' perchè me l'ero dimenticato. Lo faccio ora, dato che dopo l'orrore lampedusano assume un significato ancora più forte.

Parliamo d'immigrazione, e cerchiamo di farlo in modo organico. 

Punto numero uno: non si può prescindere dal fatto che siamo custodi e ospiti di questo pianeta. Non padroni. E non esiste il "mio" paese, esiste il paese in cui - senza meriti o colpe - sono nato. Per cui la sorte di un qualsiasi essere umano non può non interessarmi, deve interessarmi. Che sia senegalese, pakistano, statunitense o italiano. 

Punto numero due: "Chi viene in Italia deve seguire le leggi italiane". Giusto, giustissimo (se le leggi non sono inique, ma questo è un altro discorso). "Chi viene in Italia deve seguire le tradizioni italiane". Cazzata apocalittica. Rispettarle, ok. Seguirle? Ma perché mai? Fatemi capire, io vesto in jeans e maglietta, vado in un paese in cui per tradizione si vestono con la tunica, e devo obbligatoriamente vestirmi con un tunica anch'io? Ma per favore. Se mi va, lo faccio, altrimenti no. E se con il mio comportamento creo una tradizione diversa, c'è solo da guadagnarci. Stessa, identica cosa per gli immigrati che giungono qui. Ma perché dovrebbero adeguarsi e appiattirsi sulla cultura e sulle tradizioni italiane? Se vogliono, ok, se non vogliono, meglio ancora. Che portino un po' delle loro tradizioni qui! :-) 

Punto numero tre: "Prima gli italiani!". Ah sì? E in base a quale merito? Se un senegalese viene qui e si dimostra migliore degli italiani in una determinata mansione, per quale assurdo motivo dovrebbe starci un italiano al suo posto? Ho avuto alunni (e alunne) africani, romeni, albanesi, di gran lunga più studiosi (ed educati) di molti alunni italiani. E quindi? Li penalizziamo perché "prima gli italiani"? Che merito abbiamo per essere nati qui? L'abbiamo forse scelto noi?

Discussione aperta... buona giornata a tutti!