sabato 15 settembre 2018

København

Premessa: cercherò di non fare la parte del solito italiano esterofilo. È difficile, è OGGETTIVAMENTE difficile, ma ci proverò.

Detto questo... un paio di settimane fa siamo stati a Copenhagen (sì, si scrive così, siamo solo noi italiani che scriviamo Copenaghen). Di seguito, alcune osservazioni a freddo.

  1. Ci sono biciclette ovunque. Ma intendo proprio ovunque. E - ovviamente - ci sono piste ciclabili dappertutto. Quando dico "piste ciclabili", intendo proprio piste ciclabili. Distinte dalla strada. Distinte dai marciapiedi. Praticamente un'altra corsia, leggermente sopraelevata in modo che le auto non ci possano finire, accanto ad OGNI strada. OGNI. Ecco, diciamo che convincere le persone ad utilizzare la bici così è facile.
  2. In qualunque quartiere siamo andati, a qualunque ora, non ci siamo mai sentiti in pericolo. Nemmeno a tarda sera, in zone in cui praticamente c'eravamo solo noi. E' difficile da spiegare, ma la percezione era che non ci fosse alcun motivo per preoccuparsi. In realtà più che una percezione era una certezza.
  3. I mezzi pubblici funzionano bene. Ma proprio bene. Coprono praticamente ogni punto della città, attraverso treni urbani, metropolitane, autobus e piccoli battelli. Mai una volta in ritardo, sempre puliti, insomma, in una parola: efficienti. Qui però mi soffermo un poco su un dettaglio, perché è una delle cose che più mi hanno colpito (e da italiano, mi hanno anche un poco fatto vergognare). Nelle metropolitane non ci sono tornelli. L'accesso è completamente, assolutamente libero. I passeggeri arrivano, passano il loro abbonamento o il loro biglietto vicino ad una colonnina con scritto "check-in" (sì, beh, in danese ovviamente), e quando scendono fanno la stessa operazione vicino ad una colonnina con scritto "check-out". Così, senza che nessuno controlli, senza alcuna barriera. E lo fanno TUTTI. Noi avevamo una card che ci permetteva di viaggiare in modo illimitato su tutti i mezzi di trasporto, che non dovevamo "timbrare" alle colonnine. Abbiamo incrociato 4-5 controllori che non ci hanno MAI chiesto di mostrare la card. Presumibilmente danno per scontato che la gente paghi per usare i mezzi pubblici. E allora si instaura un circolo virtuoso: la gente paga, il servizio è ottimo, la gente paga volentieri perché il servizio è ottimo, il servizio può rimanere ottimo perché la gente paga (e perché chi amministra il servizio lo gestisce bene). Proprio come da noi, direi.
  4. Per noi italiani (ma immagino non solo per noi) Copenhagen è tremendamente costosa. Non ho idea di quale sia lo stipendio medio di un danese, ma per noi i prezzi sono veramente inavvicinabili. Vi faccio solo un esempio, quello probabilmente più significativo, considerando che il prodotto in questione è uno dei più diffusi in Danimarca: una birra media (Carlsberg, eh, che è industriale e la fanno là, mica strane e rare birre artigianali) costa in media intorno ai 9 Euro. Per dire.
  5. La sirenetta (o meglio, la statua della sirenetta) è piccola. Quasi insignificante. E francamente, tra tutte le cose belle che ci sono da vedere in questa città... diciamo che non è proprio in cima alla mia lista, ecco.
  6. La città è meravigliosa. È una delle più belle che io abbia mai visto, e non sto esagerando. Ci sono talmente tante cose da fare che secondo me starci quattro giorni pieni è il minimo sindacale. Non voglio spiegarvi cosa c'è da vedere, per quello ci sono già un sacco di ottime guide turistiche, ma è una città che secondo me va assolutamente visitata. Tra l'altro c'è una simpatica card (la Copenhagen Card, appunto) che costa parecchio, ma ti consente di viaggiare su tutti i mezzi e di entrare in qualunque museo/attrazione/castello/birrificio della città (e non solo). Alla fine risparmi, e il fatto che sia tutto compreso nella card ti rende libero di girare, fare, guardare, senza preoccuparti. E non è poco, credetemi.
  7. Questo punto è per alcuni amici birrofili: ci sono degli ottimi bar (Mikkeller, Fermentoren, giusto per citarne un paio) con altrettanto ottime birre artigianali. E con prezzi leggermente più abbordabili della media.
  8. Qui consentitemi una generalizzazione. Di solito le odio, ma in questo caso non posso fare altrimenti: i danesi sono accoglienti. Non esuberanti, ma cordiali e molto efficienti. Ti fanno sentire il benvenuto, pur rimanendo estremamente "distaccati" (non in senso negativo, ma non riesco a trovare un termine migliore).
È una delle pochissime città europee, se non l'unica tra quelle che ho visitato, che mi ha fatto pensare che in un posto così potrei anche vivere. In ogni caso vale davverlo la pena visitarla.