mercoledì 31 ottobre 2012

Halloween?

Scusate, ma io non ci sto. 
Non ci sto alla "demonizzazione" di Halloween che viene fatta da una certa parte del mondo cattolico, che addirittura si scomoda a trovare radici sataniche a questa festa. Ma, dall'altro lato, non ci sto nemmeno al festeggiamento di qualcosa che esula completamente dalla tradizione italiana, anche andando a scavare all'indietro nella storia e nelle varie tradizioni locali. 
Halloween - che, con buona pace dei cattolici integralisti, deriva dalla frase "All Hallows' Eve", "Vigilia di Ognissanti" - ha le sue radici nella festa celtica di Samhain, che nulla ha a che fare con il Diavolo, essendo un qualcosa di pre-cristiano. Semmai trova collocazione nell'idea del cambio delle stagioni, nell'inevitabile ciclo di morte e rinascita che ripartiva con la festa primaverile di Beltane. Ma io dico, può una ricorrenza inventata da un antico popolo, che nemmeno esiste più, far paura al Cristianesimo? Ma per favore.
D'altro canto, però, siamo davanti ad una festa che è stata "riscoperta" dagli Americani, che l'hanno ripescata dal passato e mescolata con la cultura cristiana. Allora ecco che in America o in Inghilterra il tutto assume un senso ed un significato profondo, giusto, corretto. Non in Italia, dove la cultura celtica non ha mai davvero preso piede. Dove mai le feste di Beltane e Samhain hanno avuto importanza e impatto culturale. Dove - ed ecco il punto dolente - Halloween è arrivato solo ed esclusivamente per motivi commerciali. Nulla di male, per carità, ma resto dell'idea che festeggiare un qualcosa che qui non è mai esistito faccia un po' ridere. Tutto qui.
Se fossi Americano, Halloween lo festeggerei. Ma sono Italiano, e mi limito ad osservarlo dall'esterno, con la curiosità che da sempre ho nei confronti delle culture e delle tradizioni diverse da quelle della terra in cui sono nato.
Domani festeggeremo - quella sì - la ricorrenza di tutti i Santi, e stasera la serata passerà tra amici e giochi di ruolo. Buona serata a tutti!

venerdì 19 ottobre 2012

...silenzi notturni...

...serata passata a giocare a giochi in scatola "alternativi" con amici storici. Un paio di birre, tante chiacchiere, divertimento assicurato.

Tornare a casa, in auto, guidando per una decina di kilometri, De Gregori sull'autoradio, con due pensieri in testa: uno in sottofondo, costante, presente, importante, fondamentale, di cui non potrei fare a meno: mia moglie, la mia sposa, la donna della mia vita, senza la quale non potrei fare nulla di ciò che faccio, essenziale ed unica, indispensabile e meravigliosa, in questi giorni lontana fisicamente ma sempre vicina in ogni cosa che faccio.

L'altro invece... i miei alunni e le mie alunne, alcuni e alcune in particolare, una classe in particolare, direi, con la loro freschezza, la loro voglia di vivere, la loro curiosità mascherata da ribellione, la loro sete di conoscere nascosta dietro un velo di indifferenza per non sembrare secchioni. 

E in tutto questo De Gregori che canta che la Storia siamo noi, non si può fermare... ché in fondo il mio mestiere è quello dell'attore che entra in scena in questa vita "che tanto pulita non è" e si inchina e ringrazia per gli applausi per quel poco che riesce a fare e a dare.

...cercando, sempre e comunque, di dare il meglio, senza riuscirci quasi mai, ma provandoci sempre. Sempre!