venerdì 28 marzo 2014

La mafia teme più la scuola della giustizia...

Poteva essere un incontro come tanti altri. Poteva essere una perdita di tempo, di preziose ore di lezione, di confusione, di svago. Poteva essere un modo come un altro per saltare qualche interrogazione.

Non è stato niente di tutto questo.

E' stato un incontro di quelli che scavano nel profondo, di quelli che dimostrano che parlare di mafia (e soprattutto di antimafia) a scuola serve eccome. Di quelli che fanno vedere che i "giovani d'oggi" non sono affatto allo sbando come qualcuno li vorrebbe descrivere.

Merito di Ester, 24 anni, cronista coraggiosa che va avanti a fare quello che ogni giornalista dovrebbe fare, ovvero Informazione con la "I" maiuscola, anche quando si tratta di parlare di mafie al Nord, nonostante stipendi ridicoli, svariate querele, assurde ed esorbitanti richieste di risarcimento danni per diffamazione.

Merito di Patrick, 27 anni, che dall'esperienza dei campi di lavoro sui terreni confiscati alla criminalità organizzata ha tratto linfa ed energia per fondare un gruppo antimafia che sta piano piano scoperchiando tutta la mafia "nascosta" dietro alla riviera dei divertimenti, dietro a quella Rimini luccicante che tutti conosciamo.

Merito dei professori e dei ragazzi del Liceo Scientifico "Galileo Ferraris" di Torino, che hanno ascoltato in religioso e coinvolto silenzio le parole di Ester e Patrick, ponendo poi domande intelligenti e acute.

Sarò forse troppo sognatore, ma se questi ragazzi sapranno mantenere il senso civico e la voglia di fare che hanno dimostrato oggi, in futuro le mafie saranno solo delle misere, tristi e meschine realtà microscopiche, che non attrarranno nessuno, che non avranno potere, che moriranno lentamente sotto i colpi dell'onestà, della legalità e - perchè no - dell'allegria e della voglia di vivere che possono scaturire anche semplicemente da una chitarra e una melodica che suonano "I Cento Passi" dei Modena City Ramblers nell'intervallo tra un incontro e l'altro. 

Sono sicuro che Peppino Impastato, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, don Pino Puglisi, don Peppe Diana e tutte le altre vittime di mafia, oggi, da lassù, hanno sorriso e cantato insieme a noi.