giovedì 28 novembre 2013

Vent'anni di inettitudine

Bene, è decaduto.

Adesso possiamo tornare a fare politica con la P maiuscola, e occuparci di risolvere i problemi dell'Italia?

Grazie.

lunedì 25 novembre 2013

"Verrò ricordato come il Mandela italiano".

Raramente, su questo blog, si sono viste prese di posizione così nette. O parole così dure. Ma stavolta - per quanto mi riguarda - si è davvero passato il segno.

Mi rivolgo direttamente a lei, sig. Silvio Berlusconi, per quanto sappia con certezza che non leggerà mai questo post. Mi rivolgo a lei per dirle così, semplicemente, senza mezzi termini o giri di parole: BASTA! 
Stia zitto, per favore. Non parli più, non rilasci più dichiarazioni, cerchi di "soffrire" in silenzio senza vomitarci addosso certe idiozie galattiche che non fanno altro che mostrare - ancora una volta - che il suo egocentrismo viene superato soltanto dalla sua ignoranza.

Sì, ignoranza, perchè non c'è altro modo di spiegare la sua frase riportata sulla Stampa. "Verrò ricordato come il Mandela italiano"? Ma parla sul serio, signor Berlusconi? Ma ha mai letto mezza riga della biografia di Mandela? L'ha mai fatto? Mi spiega, per favore, in che cosa lei sarebbe simile a Mandela? Me lo spiega, per favore?

Mandela è uno dei personaggi che più ammiro e stimo. Un modello di umanità e di buona politica, un esempio di onestà, coraggio, forza morale, attaccamento ai valori più veri dell'esistenza. Un simbolo di lotta contro ogni ingiustizia, ogni disuguaglianza, ogni prevaricazione. Un uomo di cui spesso parlo ai miei studenti, quale vero esempio di vita vissuta fino in fondo, superando difficoltà inimmaginabili. Un uomo che ha passato VENTISETTE anni della sua vita in carcere, con l'accusa di fomentare violenza, quando invece tutta la sua vita è stato un grande, glorioso inno ai diritti umani e all'uguaglianza sociale, contrro ogni razzismo e ogni egoismo.

E lei vorrebbe infangare quest'uomo paragonandosi a lui? Mi faccia un favore, da oggi in poi, taccia. Stia zitto. Non dica più una sola parola. Accetti in silenzio la condanna che le verrà inflitta, e stia zitto. Non una parola, non una sola, se non delle scuse (che sfortunatamente non arriveranno mai, ne sono certo).

Stia zitto, per favore. Stia zitto.

giovedì 21 novembre 2013

Il Ministero della Speranza ha detto che si può sperare (cit.)

Il titolo l'ho preso da una canzone di De Gregori, per inciso.

Questo post mi sta uscendo un po' di getto, da scuola in ora buca, prima di entrare in una classe. 

Ieri ho condiviso su Facebook un articolo apparso su La Stampa, che mostrava un lato bello dell'Italia, un lato che vorremmo vedere sempre. Mostrava la grande solidarietà umana dopo il disastro successo in Sardegna.

Mentre lo condividevo, pensavo che il 90% dei post "seri e impegnati" sui social network sono post di denuncia sociale. Di quanto le cose vanno male, di episodi negativi, di ingiustizie. 

Per carità, è giusto, doveroso, sacrosanto denunciare i soprusi, eh... però. Però c'è un però.

Non è che stiamo facendo un po' prendere la mano? Non è che ultimamente stiamo contribuendo a dipingere un mondo più nero di quello che è in realtà? Non perchè le ingiustizie non ci siano, eh, ci sono e vanno denunciate... però non ci sono solo quelle! E' un circolo vizioso, a volte... se non si mostrano anche le cose belle, virtuose, positive, è difficile avere poi la forza spirituale e morale di combattere quelle brutte.

Insomma, l'ho già detto in un vecchio post, la bellezza salverà il mondo. E anche la speranza, aggiungo. E siccome le cose belle, virtuose, solidali e gioiose CI SONO, forse sarebbe il caso di dare loro un po' di risalto...

Ciao! :-)

giovedì 14 novembre 2013

...non parlare di Corda in casa del Pregiudizio

Sono più di ventiquattr'ore che sento il bisogno di scrivere questo post, senza trovare il tempo, i modi e l'ispirazione per scriverlo. Ci provo ora.

Confesso che l'altra sera, sentendo al TG il "riassunto" dell'intervento della deputata M5S Emanuela Corda sul kamikaze di Nassiriya, la mia prima reazione è stata fin troppo simile a quella di alcuni parlamentari. La mia prima frase è infatti suonata come "questa si è rincoglionita".

Per fortuna - e non ringrazierò mai abbastanza per questo - sono sposato con una santa donna, spesso decisamente più acuta e sensibile di me. La quale mi ha fatto notare che stiamo pur sempre parlando di una vita umana. Oltretutto, di un kamikaze, che certamente non ha avuto grandi possibilità di avere una visione del mondo diversa da quella che gli era stata inculcata.

E allora mi sono fermato. Mi sono zittito. E ci rifletto sopra da ore, mente intorno a me volano commenti di tutti i tipi, tra sdegno, vergogna, urla e strepiti.

Mi domando: possibile che questi dannati pregiudizi - che cerco di evitare da sempre, evidentemente con scarsi risultati - mi abbiano chiuso gli occhi a tal punto? Possibile che io abbia bollato come "spazzatura" l'intervento in questione solo perchè veniva dal M5S, verso cui - confesso - non provo molta simpatia? E se le stesse parole fossero venute, che so, da un personaggio che stimo? Magari da un personaggio come p. Alex Zanotelli, per esempio? Che cosa avrei detto?

Sono andato a rileggermi il testo integrale dell'intervento della Corda, e non ci ho trovato l'esaltazione del kamikaze. Non ci ho trovato l'offesa nei confronti dei militari italiani morti nell'attentato. Non ci ho trovato la giustificazione del gesto, che rimane orrendo e ingiustificabile. Ci ho trovato un errore, d'accordo, perchè il kamikaze non era marocchino, come invece è stato detto. Ma soprattutto ci ho trovato la pietà umana, la pietà - mi verrebbe da dire, rischiando l'ira di qualcuno - evangelica.

Io non so se fosse il luogo e il momento giusto per ricordare anche quel ragazzo che si è fatto esplodere, causando tanto male e tanto dolore. Ma so per certo che definirlo vittima non è nè esagerato nè sbagliato. Di questo ne sono sicuro.

E so anche - purtroppo - che talvolta i pregiudizi offuscano, nonostante uno passi la vita a cercare di non farsi fregare da essi.

E allora lasciatemela ringraziare nuovamente, la donna che ho accanto e che mi ha aperto gli occhi, ancora una volta. Grazie, Chiara, di tutto.

Buona giornata a tutti!